TuttoilMondoèPaese#25 – Bolzano, 18 luglio 1921

(Articolo pubblicato  su Franzmagazine)

Giornata di festa ieri, a Meran, per il conferimento del Premio Nobel per la Fisica al nostro Albert Einstein. La cerimonia è avvenuta nel Kurhaus che, a quasi dieci anni dalla sua costruzione e dopo il periodo buio della guerra, riesce finalmente a rientrare in funzione a pieno regime. Importante e significativa la presenza del re Vittorio Emanuele III, per la prima volta in Alto Adige: partecipare alla premiazione di un ex cittadino dell’impero austro-ungarico ora di fatto cittadino italiano, doveva esser un tentativo di avvicinamento al mondo sudtirolese. Contemporaneamente, per evitare che non andasse nessuno alla cerimonia, è stata organizzata una sfilata di moda dal titolo “Un fisico da Nobel”  che ha attirato un migliaio di cittadini italiani provenienti da tutto l’Alto Adige. Il sentore è che fosse proprio un’esca per richiamare la parte italiana della popolazione che, altrimenti, non sarebbe mai andata a una noiosa premiazione di un fisico di lingua tedesca. Tra una bellezza in bikini e un’altra, è stata spiegata la teoria della relatività ristretta, causando lamentele dalla parte italiana del pubblico divisa tra chi avrebbe preferito una relatività macchiata, chi una lunga, chi una lisca, chi una corretta e chi una in tazza grande.

Imbarazzo e polemica al momento della premiazione: il fisico, poco prima di salire sul palco per stringere la mano al Re, ha indossato la giacca con ricamato il simbolo della Deutscher Verband, la coalizione politica tra il Tiroler Volkspartei e il Deutschfreiheitliche Partei, coalizione che ha ottenuto più del 90% dei voti in Sudtirolo alle scorse elezioni politiche e della quale Einstein è segretario e parlamentare a Roma. Evidente lo stato di irritazione di Vittorio Emanuele III, accolto a fine cerimonia da un centinaio di manifestanti, placati però dal premio Nobel il quale ha dichiarato che è giusto che vengano riconosciuti i diritti della minoranza tedesca nel Südtirol, ma questi vanno raggiunti attraverso la comunicazione e la collaborazione. Dovremmo sforzarci a comportarci come il nostro concittadino Gandhi: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato.”

Tralasciando per ora la sua carriera politica vediamo brevemente cosa ha portato un giovane nato in un piccolo paesino del Tirolo austro-ungarico a ricevere il più ambito primo del mondo della Fisica.

Ragazzo prodigio, Albert è nato a Scenna il 14 marzo 1879. Qui soleva passare le giornate con gli amici Erick Kofler, Mark Gamper, Catharine Mair e Christine Ladurner. Erick era il suo migliore amico, talmente migliore, che all’età di otto anni, dopo una lezione sulle moltiplicazioni, scrisse che Erick da solo era uguale al prodotto di tutti gli altri suoi amici, sintetizzando il tutto con le iniziali dei nomi “E = M x C x C”. Solo una volta imparate le potenze, Albert dedicò ad Erick un quadro con rappresentata una specie di formula matematica: E=mc2 che diventerà successivamente, quasi in maniera involontaria, la rappresentazione del rapporto tra l’energia e la massa. Dopo aver frequentato la scuola elementare, con ottimi voti, Albert si è trasferito con la famiglia a Merano per essere più vicino sia al nuovo lavoro del padre sia alla nuova scuola. A causa di un problema di dislessia, quando sotto interrogazione non sapeva le risposte, iniziava a farfugliare numeri a caso arrampicandosi sulla parete dell’aula, ricoperta di speck (essendo l’aula un luogo ideale per l’affumicatura dello speck). Da qui il famoso detto altoatesino “Arrampicarsi sugli speck”, usato ormai abitualmente quando qualcuno tenta di rispondere ad una domanda con una risposta senza alcun fondamento. Finito il periodo scolastico, Albert viene chiamato dal borgomastro di Bolzano Julius Perathoner ad insegnare all’Elisabethschule di via Kaiserin-Elisabeth (strada che fra qualche mese sarà rinominata via cassa di risparmio). Col borgomastro inizia un periodo di collaborazione e amicizia. Assieme realizzano la cremagliera del Renon, la funivia del Colle, la funicolare del virgolo e la bomba atomica (quest’ultima ritenuta inutilmente pericolosa e fatta brillare in un terrapieno della bassa atesina). Dopo la guerra e la conseguente annessione all’Italia, Albert insieme a Perathoner iniziano a promuovere il Deutscher Verband fino ad arrivare ai giorni d’oggi.

La festa continuerà a Scenna fino a sabato, con banchetti, birra, Schuhplattler, Dirndl e Lederhosen. Purtroppo senza il festeggiato, tornato a Roma stamattina per un colloquio con il presidente della camera Enrico de Nicola.

TuttoilMondoèPaese#24 – Bolzano, 12 Luglio 1980

È finita finalmente la fuga di Elmar Blues e di Giacomo Blues, i due fratelli bolzanini che da diversi giorni non hanno fatto altro che portare il disordine nella nostra tranquilla provincia altoatesina. Accumulando decine di accuse in un periodo di tempo estremamente ristretto, Elmar e Giacomo Blues sono diventati i ricercati numeri uno, superando di gran lunga Pasquale Hinnerkircher, il famigerato “mela bomber”, il pazzo che inserisce piccole cariche esplosive all’interno delle mele convinto di far fallire l’intero sistema economico sudtirolese. (Continua su Franzmagazine)